\paperw8790 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Pur vincitrice, la Gran Bretagna usciva dalla guerra stremata, con immensi problemi di ricostruzione economica, partecipe di uno
scenario mondiale profondamente mutato. Se lÆacquisizione di un seggio permanente presso il Consiglio di sicurezza dellÆONU le assicurava un ruolo di protagonista, risultava evidente che gli equilibri generali non permettevano la pratica della tradizion
ale politica egemonica e imperiale. Sul piano interno, le elezioni del 1945, affrontate dai conservatori allÆinsegna della lotta al pericolo costituito dallÆespansionismo sovietico, furono vinte di larga misura dai laburisti, e il governo di C.R. Attlee
(1945-51) gest∞ la prima fase del dopoguerra in bilico tra un programma di nazionalizzazione delle industrie di grande rilevanza economica (carbone, acciaio, trasporti, Banca dÆInghilterra, aviazione civile, gas) nonchΘ di promozione del \i welfare state
\i0 (servizi pubblici, scuola e, soprattutto, sistema sanitario), e le ristrettezze del bilancio imposte dalla difficile ripresa postbellica (indicativo dello stato dellÆeconomia il fatto che nel 1946 le esportazioni raggiungessero circa un terzo del va
lore del 1938); queste difficoltα vennero largamente fronteggiate attraverso gli aiuti statunitensi del piano Marshall e un regime di austeritα fiscale.\par
Sul piano internazionale, la Gran Bretagna si orient≥ da un lato verso una stretta collaborazion
e con lÆaltra potenza anglosassone, gli Stati Uniti dÆAmerica (scelta sulla quale pesava anche il drammatico ricordo dellÆisolamento in cui il paese si era trovato nel 1940), della cui politica internazionale fu e rimase la pi∙ esplicita sostenitrice, fi
no al punto di rimanere a lungo estranea al processo di integrazione europea; dallÆaltro sub∞ senza opporre una rigida resistenza (evitando cos∞ le difficoltα incorse, per es., alla Francia in Indocina e in Algeria) la rapida disgregazione dellÆImpero co
loniale, che modific≥ profondamente anche il carattere e lÆestensione del Commonwealth: la Birmania, ottenuta lÆindipendenza, non vi ader∞ (1948), lÆUnione Indiana e il Pakistan ottennero lo status di dominions (1947) e nel 1949 la prima approv≥ una cost
ituzione repubblicana, la repubblica dÆIrlanda ne usc∞ nel 1949.\par
Tra i problemi che hanno accompagnato, talora in modo cruento, le vicende britanniche del dopoguerra Φ lÆirrisolto conflitto tra la maggioranza protestante e la minoranza cattolica del
lÆIrlanda del Nord. Pi∙ travagliate e drammatiche le vicende britanniche in Medio Oriente, specie in Palestina durante il difficile processo che port≥ alla costituzione dello Stato dÆIsraele, in un quadro in cui risult≥ problematico anche il disimpegno d
allÆEgitto, dalla Giordania e dallÆIraq. Vivacemente contestato dallÆopposizione (guidata dal prestigioso leader W. L. S. Churchill), che ai laburisti rimproverava gli insuccessi economici e le nazionalizzazioni (causa dellÆesclusione della grande indust
ria privata dalla ricostruzione), il governo Attlee fu rovesciato nelle elezioni anticipate del 1951 che inaugurarono una lunga serie di ministeri conservatori (Churchill 1951-55, A. Eden 1955-57, H. Macmillan 1957-63, A. Douglas-Home 1963-64), mentre ne
l 1952 moriva re Giorgio VI e al trono succedeva Elisabetta II, che rinnov≥ lÆimmagine e il prestigio della corona.\par
Negli anni Cinquanta molte delle ex colonie aderirono al Commonwealth, mentre le tensioni con la Rhodesia portarono alla sua traumati
ca fuoruscita nel 1966 (le relazioni si sarebbero normalizzate nel 1980, con la nascita dello Zimbabwe). Complessi anche i problemi dellÆeconomia che, passata la fase ricostruttiva, si sarebbero definiti con sempre maggior precisione: la Gran Bretagna av
eva perso giα nel primo dopoguerra il ruolo economico rivestito nel secolo 19░; nel secondo dopoguerra la produzione industriale si Φ sviluppata ad un saggio di crescita inferiore a quello di altri paesi europei, consentendo uno standard di vita meno ele
vato che non, per es., negli S.U.A., nella Francia, nella Repubblica Federale di Germania. Se nessuna misura sarebbe riuscita per molti anni a rovesciare questa tendenza, la scena politica sarebbe stata prevalentemente dominata dallo scontro tra gestione
privatistica dellÆeconomia e difesa dello stato sociale, punti di riferimento dei maggiori partiti (rispettivamente il conservatore e il laburista) alternatisi alla guida del paese, conflittuali in politica interna ma largamente convergenti in quella es
tera. In effetti, la politica conservatrice, specie nella versione un poÆ paternalistica di Churchill, sulle prime non si distanzi≥ molto da quella laburista: le nazionalizzazioni (tranne lÆindustria dellÆacciaio) vennero mantenute e non fu liquidato il
welfare state.\par
Fu piuttosto in politica estera che û dopo che il vecchio leader aveva deciso di ritirarsi dallÆattivitα (1955) û la condotta britannica ebbe una brusca impennata: nel 1956, contro la decisione egiziana di nazionalizzare il canale di
Suez, Gran Bretagna e Francia organizzarono una spedizione militare che si risolse in un insuccesso politico e diplomatico per lÆatteggiamento contrario di S.U.A. e URSS e il voto di condanna dellÆONU; in patria questo fallimento û che peraltro ridimensi
on≥ ulteriormente lÆinfluenza britannica nella regione û contribu∞ alla fine del governo Eden. Con il governo Macmillan emerse in piena visibilitα il difficile rapporto con lÆEuropa: sul finire degli anni Cinquanta si avvert∞ che il pur limitato saggio d
i crescita dellÆeconomia era messo in discussione da deficienze strutturali del sistema produttivo, mentre prive di risultati e per di pi∙ impopolari si erano manifestate misure quali la manovra sui tassi e la politica dei redditi; la soluzione parve la
richiesta dÆingresso nella CEE nellÆottobre 1961, peraltro in contrasto con alcuni interessi britannici in agricoltura e nel Commonwealth e avversata da settori laburisti, richiesta che inoltre modificava sostanzialmente lÆatteggiamento tradizionale. Inf
atti, membro della NATO, la Gran Bretagna aveva rifiutato giα nel 1950 lÆadesione alla Comunitα europea del carbone e dellÆacciaio (CECA), primo nucleo della CEE, alla quale nel 1958 aveva confermato lÆestraneitα, contribuendo invece alla creazione dellÆ
European free trade association (1959) e aderendo allÆintesa politico-militare dellÆUnione europea occidentale e al Consiglio dÆEuropa. AllorchΘ la Gran Bretagna chiese di aderire alla CEE, si scontr≥ con il veto francese (nel gennaio 1963 Ch. de Gaulle
afferm≥ che geografia, economia e mercato rendevano impossibile lÆingresso della Gran Bretagna nella CEE). Questo insuccesso, insieme ad un celebre scandalo (lÆaffare Profumo), ebbe peso nel segnare la sorte del governo Macmillan (peraltro penalizzato da
elevata inflazione e disoccupazione crescente), al quale segu∞ la breve esperienza del primo ministro Douglas-Home. Intanto, riorganizzati attorno al nuovo segretario H. Wilson, i laburisti si presentarono alle elezioni del 1964 insistendo sul bisogno d
i cambiamento e vincendo le elezioni di stretta misura.\par
Confermata la maggioranza laburista nelle elezioni del 1966, questa volta con pi∙ ampio margine, il governo Wilson potΘ operare nel periodo 1966-70 una severa politica di bilancio (nel 1967 la
sterlina fu svalutata del 14,3%) e dei redditi, con un atteggiamento fermo verso i sindacati e una concezione ôselettivaö, pi∙ che universale, del welfare state. Nel 1970 fu lo stesso Wilson a chiedere una conferma elettorale del suo operato, ma dalle ur
ne usc∞ una maggioranza conservatrice e alla carica di primo ministro fu chiamato E.R.G. Heath (1970-74). Il governo conservatore dovette fronteggiare una fase di aspro scontro sociale, lÆesplodere delle tensioni in Irlanda del Nord, la pi∙ estesa disocc
upazione del dopoguerra; in particolare, la disoccupazione fu affrontata con misure dÆemergenza quali la settimana lavorativa di tre giorni in alcuni settori produttivi, ma i risultati non parvero risolutivi, e se anche Heath û come aveva promesso nella